Attività per l'età tra i 6 e i 13 anni
Quante volte vi è capitato di affrontare partite in cui la vostra squadra è nettamente superiore agli avversari?
Vincere con un ampio margine di reti non è realmente utile né per gli avversari né, soprattutto, per la crescita dei vostri giocatori.
Così come l’allenamento è un momento di sviluppo e consolidamento delle competenze, anche la partita deve essere vista come un’opportunità di apprendimento. Quando il livello della sfida è basso – determinato dal divario tra le squadre – è possibile introdurre stimoli e vincoli per rendere il match più formativo e coinvolgente.
L’incremento della difficoltà può essere mirato al miglioramento individuale di alcuni giocatori o al consolidamento di principi di gioco affrontati in allenamento. È essenziale, tuttavia, calibrare bene le difficoltà, tenendo conto dell’elevata componente emotiva della gara, e applicare un metodo progressivo che vada “dal semplice al complesso”.
Esempi pratici per rendere la gara più formativa
Utilizzo del piede debole
Imporre l’uso del piede meno dominante per ricezione, trasmissione e tiro, incentivando gestualità tecniche da affinare o consolidare.
Obbligo di dribbling
Per stimolare la ricerca del duello e l’applicazione di gesti tecnici provati in allenamento, si può imporre un dribbling prima di passare la palla o di concludere a rete.
Mantenimento del possesso
Introdurre un numero minimo di passaggi prima di poter segnare. Per aumentare la difficoltà, si può richiedere che questi passaggi avvengano in una zona specifica del campo – per esempio oltre la metà campo – riducendo così tempo e spazio per le giocate, oppure indicare al posto del numero dei passaggi, il numero dei giocatori che devono toccare il pallone prima di andare a rete.
Giocare in inferiorità numerica
Togliere un giocatore (portiere o di movimento) incentiva la squadra a gestire a ricercare superiorità numerica attraverso duelli e smarcamenti. In contempo, viene chiesto un maggiore sforzo in transizione negativa per la fase difensiva.
Imporre un principio difensivo
Assegnare un obiettivo specifico in fase di non possesso, come l’obbligo di conquista palla oltre la zona di sviluppo per poter far gol – così da stimolare il recupero palla in avanti – oppure al contrario richiedere di conquistare obbligatoriamente il pallone nel primo terzo di campo, al fine di favorire lo scaglionamento difensivo.
Compiti individuali
Affidare a singoli giocatori dei compiti al fine di favorire delle azioni da apprendere o consolidare rispetto il percorso di apprendimento.
Conclusione
Questi, sono alcuni esempi applicabili all’interno di una partita per poter creare delle difficoltà ai propri giocatori. Le partite con un basso livello di difficoltà non devono essere un alibi per smettere di imparare. È compito dell’allenatore individuare stimoli sia emotivi che tecnici per mantenere alta la concentrazione e sfruttare ogni gara come un’occasione di crescita. L’importante è introdurre vincoli adeguati senza snaturare il gioco, trasformando ogni partita in una sfida formativa.
E tu, quale ulteriore difficoltà aggiungeresti per rendere queste partite ancora più stimolanti?