Discorsi pre, durante e dopo la partita: questa è una componente importante della gestione di un allenatore ed è importante saper fornire le informazioni nella modalità più efficace in termini di modalità di trasmissione, strategia educativa e quantità di informazioni.
Per gli sport, l’apprendimento può avvenire sia in termini auditivi attraverso indicazioni verbali che in maniera cinestetica, ovvero attraverso la visualizzazione del compito da svolgere, la seconda è una modalità molto efficace in età evolutiva.
Anche il coinvolgimento dei soggetti è di rilevante importanza, difatti la capacità di attenzione varia in base alla tipologia di indicazione in rapporto ai soggetti coinvolti. Per esempio, se si vuole fornire un’indicazione specifica al proprio portiere, sarebbe più efficace parlarne solo con lui rispetto che indicarlo assieme a tutta la squadra, sia per non ingolfare di informazioni i restanti giocatori, sia per coinvolgere a pieno nel raggiungimento dell’obiettivo il giocatore specifico.
Importante perciò distinguere la comunicazione sia dal punto di vista individuale che collettivo.
Esistono poi due principali filoni di stili di apprendimento: il metodo deduttivo e il metodo induttivo. Nel metodo deduttivo, l’allenatore fornisce indicazioni precise che gli atleti devono seguire. Nel metodo induttivo, invece, gli atleti sono incoraggiati a esplorare autonomamente le soluzioni o con l’allenatore che fornisce le informazioni necessarie per risolvere le varie situazioni di gioco.
Partendo da questo aspetto, riprendendo anche lo scorso episodio della rubrica “apprendere durante la gara”: https://www.footballidea.net/apprendere-attraverso-lerrore/, la scelta dell’imprinting educativo dipende soprattutto da quanto siamo disposti a lasciare sbagliare i propri ragazzi, per poterli riconoscere e non ripeterli successivamente, un aspetto che viene maggiormente valorizzato nel metodo induttivo.
Oltre al metodo educativo, è fondamentale considerare anche la quantità di informazioni che possono essere elaborate dagli atleti. In un’epoca in cui vengono preferiti tempi brevi ma intensi, dettati specialmente dalla transizione tecnologica, dai reels, delle canzoni che hanno tendenzialmente una durata di 3 minuti al posto che 5, è importante fornire le informazioni in maniera concisa e mirata.
I vecchi discorsi pre-partita con durata superiore ai 5 minuti, al giorno d’oggi probabilmente non sono più efficaci, sicuramente per i bambini, ma molto probabilmente anche per gli adulti. Ecco perciò la necessità di individuare e esplicitare poche indicazioni, ma mirate, che possano focalizzarsi sugli aspetti su cui si sta lavorando in settimana, sul percorso individuale del giocatore e della squadra nei feedback intercorsi durante le precedenti settimane.
Durante la partita invece, trattandosi di uno sport open skills ovvero caratterizzato da molte variabili e complessità, è essenziale concentrarsi su un obiettivo alla volta per evitare sovraccarichi cognitivi. Studi scientifici confermano che la nostra mente ha limitate capacità di attenzione e di elaborazione delle informazioni, quindi è preferibile concentrarsi su un obiettivo chiave da migliorare piuttosto che fornire troppe informazioni da non riuscire a gestire cognitivamente.