Inizia oggi il primo di una serie di appuntamenti con le interviste targate Football Idea!
Ogni settimana incontreremo un addetto ai lavori di una società professionistica, il quale ci illustrerà la realtà in cui lavora.
Stamane siamo andati fuori dai confini nazionali per incontrare William Palazzo, tecnico dell’FC Lugano.
Ciao William, benvenuto su Football Idea e grazie per aver accettato il nostro invito.
Prima di iniziare vorremmo che ci parlassi un po’ di te: quando e dove hai mosso i primi passi nel mondo del calcio?
Ciao !
Grazie a voi per questa intervista, è sempre bello poter condividere le proprie esperienze .
Ormai sono un “veterano” di 33 anni , sono 12 anni che vivo sui campi di calcio.
Ho vissuto diverse esperienze in Italia e all’estero svolgendo vari ruoli, come ad esempio il preparatore atletico, l’istruttore e il responsabile in vari ambiti.
In Italia ho lavorato nei settori giovanili di Como , Renate , Propatria e inoltre sono stato per 2 anni responsabile organizzativo del CFT di San Fermo della Battaglia e da quasi 9 anni sono collaboratore tecnico FIGC. All’estero invece ho lavorato nel settore giovanile e prima squadra del Mendriso(SVI) per un breve periodo nel settore giovanile del Chiasso e poi … ho girato un po’ grazie al Milan .
Ho allenato nell’ Academy Milan di Dubai e ho fatto diversi camp (stati uniti , svezia , danimarca , irlanda, svizzera,)… diciamo che di esperienze ne ho già fatte un bel po’
Attualmente alleni in Svizzera e più precisamente nel Lugano F.C.
Com’è arrivata la chiamata?
E quale è il tuo ruolo all’interno della società?
La chiamata è arrivata due anni fa grazie al Responsabile Tecnico Teodoro Palatella, che ringrazio.
Attualmente a Lugano sono allenatore della categoria under 8 che seguo insieme a Stefano Morandi e in più c’e’ uno stagista che ci da una mano. Siamo in 3 con un gruppo di 18 bambini quindi l’attività svolta è davvero di qualità.
Oltre a questo sono Responsabile Tecnico del progetto Multisport che coinvolge 8 scuole di Lugano con la partecipazione di più di 200 bambini.
Infine sono responsabile tecnico della scuola calcio FC Lugano presso la società Breganzona che è un affiliata.
Nonostante tu lavori nella “Svizzera italiana” crediamo che ci siano differenze culturali tra lo “Stivale” e la “Terra del latte e del miele”. Puoi confermarlo?
Sicuramente l’entusiasmo con cui si vive questo sport è pari sia in Italia che in Svizzera.
C’è da dire che l’offerta formativa sportiva della svizzera la trovo più ampia rispetto a quella italiana, anche perché le strutture sono di altissimo livello.
In Svizzera non c’è SOLO il calcio , uno sport che va molto è l Hockey!
Dal mio punto di vista il calcio è vissuto in maniera un po’ più “rilassata” da famiglie e ragazzi rispetto all’Italia perché magari non viene visto come un mezzo per raggiungere la gloria sportiva massima, ma come semplice mezzo per fare attività fisica e socializzare.
In tutti e due i casi però ci sono pro e contro.
Entriamo ora nel lato tecnico calcistico: qual’è la linea formativa intrapresa dalla società?
Esiste un vero e proprio “metodo Lugano”?
Il metodo di allenamento su cui si basa il nostro programma tecnico è il Cogi Training (Brain Central Learing): noi tecnici del Lugano abbiamo la fortuna di ricevere una formazione di alto livello basata su questa metodologia ideata da Michel Bruyninckx.
Il Cogi traing va ad esaltare quella che è la sfera cognitiva ed emotiva dell’atleta cercando di stimolarlo non solo dal punto di vista tecnico ma pone un accento particolare su attenzione e timing .
Il tuo ruolo ti permette di essere a contatto con molti bambini, i quali hanno tutti esigenze diverse.
Le attività che fate a scuola sono sicuramente diverse da quelle che fate in campo.
Ci piacerebbe sapere come personalmente tu strutturi il lavoro nei diversi contesti.
Nel progetto scuola portiamo avanti un’ attività multisportiva per poter dare un ampio bagaglio di competenze motorie ai bambini e per stimolare la curiosità di tutti i partecipanti che potrebbero trovare in uno degli sport da noi proposti il LORO sport preferito.
Sul campo invece abbiamo un metodologia da seguire e l’ordine delle strutture di allenamento sono codificate per seguire un programma univoco tra tutte le squadre.
La particolarità delle nostre sedute di allenamento sono l’utilizzo della Sense Ball ed i lavori di body e ball mastery nella struttura della croce Belga.
Oltre a questi due mezzi durante le sedute utilizziamo giochi di posizione, partite a tema, small sided games e spesso facciamo partite con una squadra in superiorità numerica .
Cambiamo discorso e parliamo della realtà calcistica svizzera.
Quali sono le differenze con l’Italia?
Come viene strutturata l’attività nei vari cantoni?
C’è collaborazione tra le società?
Partiamo dall’ultima domanda: la cosa che ho piacevolmente notato è che c’è molta collaborazione tra le società ed esistono dei raggruppamenti di 2 o 3 società che cooperano tra loro creando un’unica realtà per gestire il settore giovanile, tutto ciò agevola la pratica di questo sport.
I vari campionati sono divisi in livelli cosi da poter dare l’opportunità a tutti di confrontarsi con bambini/ragazzi dello stesso livello competitivo. Diversamente dall’Italia gli allenatori non sono vincolati con un’unica società ma hanno la possibilità di collaborare anche con altre realtà, questa è una particolarità positiva perché sono convinto che se un allenatore capace ha la possibilità di divulgare il suo sapere e condividere la sua esperienza con più società possa solo agevolare la crescita di istruttori e ragazzi.
Il nostro tempo sta per scadere.
Prima di salutarci vorremmo che ci dessi un tuo parere sulla cultura della vittoria.
Spesso assistiamo ad una ricerca del risultato fin dai piccoli amici: molti mister in allenamento insegnano posizioni da mantenere e/o urlano le soluzioni ai propri giocatori, il tutto a discapito della tecnica e della fantasia.
Hai avuto modo di riscontrare tutto ciò anche in Svizzera?
Parlo della nostra filosofia societaria che ci impone di non avere il risultato come indice di valutazione ma bisogna porre l’accento sulla prestazione e quindi sulla crescita individuale di ogni atleta e di conseguenza della squadra.
Sicuramente si gioca sempre per vincere perché è la base di ogni sport e ogni attività che ci porti ad avere un confronto con gli altri, ma ciò che fa la differenza è come si raggiunge la vittoria.
Raggiungerla attraverso la formazione dei ragazzi tenendo conto di principi di gioco, gesti tecnici e scelte correte (problem solving in situazione di gioco) diventa di primaria importanza per la crescita del nostro settore giovanile.
Questo dovrebbe essere condiviso da tutte le società e gli allenatori che operano nel settore giovanile per poter far crescere il movimento calcistico migliorando cosi anche la qualità dei giocatori, in Italia da questo punto di vista a livello Federale ci sono delle indicazioni ben precise ma purtroppo non sempre vengono condivise da società e tecnici.
Per quanto riguarda il comportamento dei tecnici la presenza la personalità e l’esempio che da un allenatore in panchina fa la differenza sia per la società che rappresenta ma soprattutto per i ragazzi che allena.
Per rimanere tranquilli in panchina invece basterebbe vivere la gara ponendosi l’obiettivo di analizzare ciò che succede in partita tenendo conto degli obietti individuali e collettivi su cui si sta lavorando senza pensare troppo a quello che può essere il risultato finale.
Questo atteggiamento permetterebbe di poter dare con calma dei feedback ai ragazzi/bambini .
William, grazie mille per il tuo tempo e speriamo di vederci presto sui campi.
Grazie a voi per lo spazio concesso!