E’ online il quinto appuntamento con le interviste targate Football Idea!
Ogni settimana incontreremo un addetto ai lavori di una società professionistica, il quale ci illustrerà la realtà in cui lavora.
Stamane siamo sbarcati in Lombardia per incontrare Gianluca Urgnani, istruttore dell’U9 dell’INTER.
Ciao Gianluca, benvenuto su Football Idea e grazie per aver accettato il nostro invito.
Prima di iniziare vorremmo che ci parlassi un po’ di te: quando e dove hai mosso i primi passi nel mondo del calcio?
Buongiorno a tutti, non avendo un passato da calciatore ho iniziato subito come istruttore: per più di dieci anni ho svolto l’incarico nella società del mio paese (Unitas Coccaglio) e contemporaneamente ho svolto il ruolo di collaboratore provinciale per il settore giovanile scolastico per la provincia di Brescia, facendo anche diverse esperienze con le Rappresentative Provinciali Giovanissimi.
Nei successivi cinque anni sono passato alla società professionista AC Lumezzane, prima come istruttore e poi come responsabile del settore giovanile.
Attualmente alleni in una realtà importante quale l’Inter.
Da quanto tempi operi in questa società?
E quale annata stai allenando?
Quella in corso è la mia quarta stagione all’ FC Internazionale Milano: nelle tre precedenti ho svolto il ruolo di Istruttore nel U11, in questa in corso sono istruttore del gruppo U9
Per quanto riguarda l’attività di base: qual’è la linea formativa intrapresa dalla società?
C’è un progetto comune che lega le fasce d’età più tenere?
Le indicazioni formative indicate dal responsabile dell’attività di base prevedono che alla base di tutto ci sia il bambino ed il suo star bene durante tutte le attività proposte.
L’aspetto legato all’accoglienza, al trovare le chiavi giuste perché ogni singolo ragazzo sia stimolato ad esprimere il suo modo di giocare è fondamentale: la società crede fortemente che solo se a proprio agio un piccolo calciatore può esprimere il suo potenziale tecnico ed espressivo.
Uno dei punti cardine delle professionistiche di alto livello è sicuramente la selezione.
Puoi parlarci di come viene gestita?
Nel dettaglio ci piacerebbe sapere da quale età inizia, quali criteri mette in primo piano e fino a dove si spinge geograficamente.
Sia per l’attività di base che per l’agonistica.
L’attività di selezione viene gestita da un’area apposita della società; a noi istruttori spetta il compito di accoglierli e fare in modo che la loro esperienza, anche se fosse solo per tre o quattro allenamenti, sia la più positiva possibile.
Cambiamo ora discorso e parliamo del tuo modo di lavorare.
Vorremmo che ci illustrassi le priorità della tua seduta di allenamento e come essa viene strutturata (in quanti momenti viene suddivisa, quanto tempo dura…).
Inoltre ci piacerebbe sapere quanto tempo dedichi agli esercizi analitici e quanto alle esercitazioni globali.
Gli ingredienti di una seduta di allenamento sono fondamentalmente cinque: il tutto si concludo poi con la partita finale.
La prima fase di accoglienza viene gestita con un mini game, solitamente faccio trovare ai ragazzi dei campetti per il 3 vs 3 (senza dare alcuna indicazione).
Per questo tipo di attivazione utilizzo giochi a quattro porte, dando possibilità al portiere di giocare come i compagni.
Successivamente dividiamo il gruppo in due, un primo gruppo svolge esercitazioni di tipo analitico con me (ricezione, passaggio, conduzione…) mentre l’altro lavoro sulle capacità coordinative con il preparatore motorio.
I gruppi poi vengono invertiti, il tutto con un rapporto istruttore/bambino di circa 1 a 6/8.
Le altre due fasi che compongono la seduta sono legate ad esercitazioni di gioco semplici e complesse; per convenzione definirei lavori semplici dal 1:1 al 2:1 e complessi dal 3:2 al 5:3.
In questi momenti richiedo molta intensità, non mi soffermo molto sulla correzione/interruzione ma lascio che i bambini sperimentino le situazioni.
E’ importante che cerchino di risolvere il compito assegnato misurando la loro soddisfazione in caso di riuscita.
Utilizzo molto spesso le situazioni open, le quali hanno una durata ridottissima (10/15 secondi) e quindi possono venire ripetute molte volte.
Cerco inoltre di proporre lavori nei quali la perdita della palla preveda il cambiamento di obiettivo e conseguente attenzione nel risolvere il nuovo compito.
Noi di Football Idea crediamo che il gioco sia l’aspetto predominante per educare l’uomo ed il giocatore del domani: nelle nostre rubriche pubblichiamo molte proposte orientate a formare più che ad addestrare.
Nonostante questo notiamo che il trend sia invece contrario: sempre più addetti ai lavori incentivano un allenamento “addestrativo”, con risultati a nostro avviso scarsi.
Cosa pensi tu a riguardo?
La penso esattamente come Football Idea!
Credo che il gioco sia il maestro dal quale trarre la formazione, attraverso il quale il bambino può fare esperienza nell’imprevedibilità tipica del gioco stesso.
Grazie alla collaborazione dei compagni, oppure all’opposizione degli avversari, sia lo strumento migliore per imparare e comprendere l’essenza del calcio.
Formare ed addestrare sono secondo me due modi completamente diversi di intendere il ruolo dell’istruttore ed io sono ovviamente per il primo.
Il nostro tempo sta per scadere ma, prima di salutarci, vorremo parlare un po’ della situazione giovanile della vostra regione.
Ospitando molti settori giovanili di assoluto livello (Inter, Milan, Atalanta, Brescia, Monza…), la Lombardia risulta essere un fiore all’occhiello per tutto il movimento italiano.
Che tipo di collaborazione c’è tra queste realtà d’elite e quelle dilettantistiche?
La collaborazione con le altre società professionistiche si dirama in diversi livelli, ci sono realtà più vicine e altre ovviamente considerate competitors.
Per entrambe però è obiettivo della società confrontarsi in test match e tornei, non c’è infatti alcuna preclusione al confronto.
Per ciò che riguarda invece le realtà dilettantistiche, l’Inter ha il progetto dei Centri Di Formazione (unica in Italia) ovvero società satellite posizionate circa una in ogni regione Italiana,; per questi motivi la prima collaborazione è con queste città, sia in termini di formazione dei tecnici Inter che periodicamente visitano queste società, sia in termini di confronti con i gruppi squadra.
Grazie a questi progetti, e non solo, l’Inter ha ricevuto dalla UEFA il Silver Prize – Best Professional Football Club.
Per le altre società dilettantistiche vale il medesimo ragionamento fatto per le professionistiche, piena apertura al confronto su tutti i punti di vista.
Gianluca, ringraziamo te e l’Inter per il tempo che ci avete concesso.
In queste ultime righe ti lasciamo lo spazio per un tuo pensiero, una dedica o un saluto particolare.
Vi ringrazio io per l’opportunità dell’intervista sperando di avere fornito spunti o considerazioni in qualche modo utili.
Chiudo con un’espressione che utilizzo sempre con i miei bambini, una richiesta che io chiamo E + E, ovvero ENERGIA unita ad ESPRESSIONE.
Mi piace vedere i bambini “andare forte” e mettere tutta l’energia che dispongono, sia durante gli allenamenti che nelle partite.
Da parte mia cerco di dargli sempre la possibilità di esprimere ciò che hanno in termini tecnici e di iniziativa personale.
A presto!!!
Mister Gianlu