E’ online l’undicesimo appuntamento con le interviste targate Football Idea!
Ogni settimana incontreremo un addetto ai lavori di una società professionistica, il quale ci illustrerà la realtà in cui lavora.
Stamane siamo tornati in Emilia Romagna per incontrare Davide Cocchi, responsabile scouting della Reggio Audace.
Ciao Davide, benvenuto su Football Idea e grazie per aver accettato il nostro invito.
Per iniziare vorremmo ci parlassi un po’ di te, di quando hai mosso i primi passi nel calcio arrivando ad ora in cui ricopri il ruolo di responsabile scouting della Reggio Audace.
Sono entrato in Reggiana nella stagione 2009/2010, come dirigente accompagnatore della formazione Giovanissimi Nazionali.
Da allora ho sempre fatto il Team Manager, con l’ultimo anno nella stagione 2016/2017 dove seguivo la formazione Berretti di mister Paolo Zanetti. L’anno successivo sono andato alla Reggio Calcio (squadra dilettantistica di Reggio Emilia) come capo scouting, dove collaboravo anche con l’Inter, essendo questa società un Centro di Formazione.
Dopo un anno di grande formazione personale, sono tornato in Reggiana come capo scouting del settore giovanile, ruolo che svolgo attualmente.
Nella tua esperienza di osservatore fin ora, quali sono i punti cardine di osservazione che hai portato e mantenuto nel tempo e quali invece sono i cambiamenti nei criteri di scelta.
Come responsabile scouting sono 3 i parametri che insisto vengano osservati.
Tecnica, personalità e frequenza di corsa.
Per me sono i cardini nell’osservazione di un ragazzo.
Tengo a precisare che sono tutti parametri che possono essere migliorati, con il lavoro durante la settimana di allenamento.
Se un ragazzo però ha queste caratteristiche, parte sicuramente con qualche possibilità in più di diventare un calciatore.
Sicuramente negli anni si e’ data molto importanza anche alla struttura di un ragazzo, parametro che come dico io, non si può insegnare, ma e’ un dono della natura.
Indubbiamente questo e’ un altro parametro da valutare, soprattutto in alcuni settori del campo.
In Reggio Audace come vi organizzate per coprire maggior territorio?
Avete un progetto affiliate/academy?
Se si, quali sono i punti cardine e di collaborazione?
Attualmente in Reggio Audace abbiamo 25 osservatori, divisi per tutte le zone dell’Emilia Romagna.
Quest’anno e’ stato fatto un lavoro importantissimo di mappatura del territorio, seguendo e catalogando nel nostro database scouting più di 600 squadre a livello regionale.
Abbiamo quindi ben presenti tutte le caratteristiche dei ragazzi che vanno dai 2010 ai 2002 del 90% delle squadre in regione.
Ovviamente per noi il territorio e’ fondamentale… ho sempre il sogno che i migliori giocatori della nostra provincia, possano vestire il granata.
A livello di affiliazioni stiamo abbozzando il progetto, che sarà operativo nei prossimi mesi.
Indubbiamente i cardini saranno il senso di appartenenza ai nostri colori, sempre molto sentiti in provincia e la grande qualità dei nostri allenatori e dirigenti, con i quali penseremo a serate formative per le società affiliate.
Oltre all’area scouting, vorremmo ci parlassi di come Reggio Audace punta e organizza il settore giovanile.
Attualmente il settore giovanile parte dai nostri pulcini 2010 ed arriva fino alla formazione Berretti, composta al 90% da giocatori nati nel 2002, quindi sotto eta’.
Non e’ stata organizzata la formazione Under 16, cosa di cui si parlerà in estate per la sua eventuale creazione.
La società e’ molto attenta al nostro vivaio, ne è sicuramente la riprova il fatto che già tanti nostri ragazzi sono stati convocati in prima squadra, con diversi atleti che hanno già nel loro curriculum minutaggio in lega pro. Sicuramente la nostra filosofia si basa sulla formazione di giocatori e di uomini, con super attenzione allo studio ed alle qualità umane dei nostri tesserati.
Qual’è la tua idea di formazione nel calcio giovanile e quale è il percorso adatto per una crescita corretta del bambino-giocatore di calcio?
Indubbiamente la filosofia della Reggiana si sposa con i miei criteri di Settore Giovanile.
Geograficamente siamo in un triangolo di squadre iper-blasonate come Parma, Bologna, Sassuolo, Carpi, Modena.
Pertanto e’ fondamentale la bontà delle scelte nello scouting, ma soprattutto il lavoro quotidiano fatto sui nostri ragazzi, che deve migliorare e sviluppare ogni qualità dei nostri tesserati.
Le prime scelte dello scouting sicuramente finiranno nelle società di Serie A, ma e’ importantissimo scegliere comunque ragazzi con peculiarità e caratteristiche magari da formare, sulle quali lavorare e creare quindi giocatori importanti per il nostro livello.
Il percorso adatto per un ragazzo penso sia indubbiamente quello di crescere e divertirsi assieme agli amici.
Nel momento in cui comincia ad esistere un risultato e quindi un obiettivo sportivo, penso sia corretto che chi ha qualcosa in più degli altri, possa provare un percorso professionistico, per crescere sia come atleta che come mentalità.
Girando su moltissimi campi da gioco durante il weekend, hai la “fortuna” di assistere a tantissimi comportamenti degli adulti. Sia di genitori che vedono le partite, sia di allenatori e che di staff societari. Quali pensi siano i problemi e che incidenza hanno sui bambini in vampo? La pressione che gli adulti ripongono nei ragazzi e nei bambini , quanto influenza il loro sviluppo?
In questi anni penso di aver visto più di 500 partite.
Il livello dei genitori e’ sicuramente migliorato, anche grazie alla continua formazione che operano le società dilettantistiche e professionistiche.
Vedo ancora qualche “pecora nera”, che allena fuori dal campo il proprio figlio.
Tante volte mi sono scontrato con queste persone, purtroppo non riesco a sopportare un bimbo che non può sbagliare senza dover passare per il giudizio del genitore o l’approvazione in caso di bel gesto tecnico.
I nostri ragazzi devono poter sbagliare ed esultare solo attraverso se stessi ed i consigli del proprio allenatore.
Detto questo, penso che prima o poi lo sviluppo del ragazzo si fermi, smetterà di giocatore piuttosto che continuare ad essere giudicato solo per le prestazioni sportive dal proprio genitore.
Un aspetto secondo noi molto importante è l’ambiente. Cosa ne pensi? Incide e/o ha peso nella crescita del giocatore e nello sviluppo delle sue capacità?
I ragazzi, soprattutto da piccoli, devono avere voglia di giocare a calcio.
Non devono essere obbligati.
Pertanto penso che sia fondamentale un ambiente sereno, che “aspetti” i ragazzi dal punto di vista tecnico e fisico.
Soprattutto che non li tratti come un allevamento, dove al primo errore si e’ “fatti fuori”.
Quindi e’ fondamentale avere anche allenatori che siano molto empatici con la propria squadra.
Che ruolo hanno secondo te le emozioni in tutte queste cose che ci siamo dette fin’ora?
Le emozioni sono le sensazioni che ci fanno sentire vivi. Penso che in Reggiana sia un concetto che ogni allenatore ha “tatuato” nel proprio cervello.
Infondere senso di appartenenza ai propri ragazzi e’ uno scopo ed una sfida che ogni anno sogniamo di vincere.
Soprattutto cerchiamo di far capire ai nostri ragazzi che essere alla Reggiana e’ un privilegio e che tanti ragazzi come loro sognerebbero di esserci.
Pertanto infondiamo a loro la cultura del gruppo e del lavoro, dell’accettare la sconfitta, dell’accettazione dell’errore da parte dell’arbitro.
Tutte cose che serviranno ai nostri ragazzi anche nella vita di tutti i giorni.
Grazie mille a te Davide e alla Reggio Audace per la disponibilità ed il tempo che ci avete concesso.
In queste ultime righe ti lasciamo lo spazio per un tuo pensiero, una dedica o un saluto particolare.
Grazie a voi per la splendida opportunità di parlare della società con cui collaboro e che tifo da sempre.
Scusatemi per la lunghezza!
Forza Reggio!