Articolo a cura di Stefano Zerbato e Guglielmo Calzolari
Nei precedenti articoli (corsa a secco, tecnica applicata, tiro in porta e attivare il portiere) vi abbiamo mostrato le differenze tra i classici esercizi “da pre partita” e altri invece frutto di un approccio figlio del contesto di gioco.
Arrivati ormai alla fine di questa rubrica, vi parleremo oggi delle situazioni di gioco in fase di attivazione.
Perché inserire le situazioni durante l’attivazione?
Il principio che sta alla base di questa scelta è principalmente uno: andare a riproporre uno “schema” semplificato tratto dal gioco al quale il nostro giocatore parteciperà.
Quando inserire le situazioni?
Il nostro consiglio è di proporle dopo il lavoro iniziale (es: nuovo 3 vs 1) e con il portiere (es: dinamico con portiere), in quanto hanno una % di “rischio infortunio” maggiore rispetto ad altre proposte.
E’ quindi preferibile che il giocatore sia già attivo da almeno 20 minuti.
Come condurre le proposte situazionali?
Andando per gradi e richiedendo un’intensità man mano crescente.
Per fare ciò, è necessario che sia la proposta stessa a stimolare un maggiore impegno.
Nella foto qui sotto puoi vedere un esempio di situazione (2 vs 1) con richieste differenti:
Consigli
Inizia prima con il 2 vs 1 classico, consentendo ai giocatori tutto il tempo necessario per risolvere la situazione.
Dopo una decina di tentativi, inserisci un tempo limite (es: 5 – 6 – 7 secondi) per poi passare al 2 vs 1 + 1.
In questo modo avrai attivato il giocatore in modo completo, stimolando tutte le aree del cervello (cognitiva/attentiva quando l’intensità è medio/bassa, emozionale/condizionale quando è medio/alta).
credit imagine: sportface.it
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