il metodo a croce nasce in Belgio e in principio si concentra sull’aspetto individuale del giocatore. Per aspetto individuale si intende quell’insieme di principi allenati che rientrano nelle categorie della tecnica e della tattica individuale. Col passare poi del tempo si è venuta a creare anche una visione più ampia di questo metodo, con sviluppi dedicati anche alla tattica collettiva.
Di base col metodo a croce si intende una struttura di esercizio dove viene formata appunto una croce coi conetti, segnando anche il centro dove si intersecano le due linee che la formano. Le varie esercitazioni si svolgono con i giocatori che partono dai quattro conetti laterali con il pallone e eseguono conduzioni, gesti tecnici di dominio del pallone e trasmissioni di palla fra loro sfruttando i percorsi formati dalla croce. Questi allenamenti risultano particolarmente utili perché i giocatori, oltre a dover eseguire correttamente il gesto tecnico, dovranno anche adattardi ai tempi e ai gesti tecnici degli altri giocatori con i quali incrociano il percorso. Questi elementi aggiuntivi permettono ai giocatori di allenare la loro percezione e la loro capacità di adattamento a spazi e tempi dettati da altri. Le variabili sono infinite dato che i gesti tecnici da eseguire dipendono dalle capacità dei giocatori, si può cambiare anche percorso da far fare ai ragazzi e aggiungere partecipanti sfruttando il conetto centrale o lo spazio fra le linee della croce.
Partendo dai concetti base di questo metodo è stato sviluppato anche una struttura di 1V1 molto interessante che principalmente allena gli aspetti di tattica individuale della visione periferica e della percezione. Disponendo quattro porte piccole a formare la croce come descritto in precedenza, si potrà sviluppare un duello dove i giocatori dovranno adattarsi non solo alle scelte dell’avversario, ma anche alla disposizione anomala degli obbiettivi da attaccare o difendere. Questa tipologia di 1V1 porta i giocatori a sviluppare la capacità di controllare il gioco a 360 gradi, abituandosi a valutare le situazioni in maniera efficace e completa.
Infine parlando dell’aspetto di tattica collettiva con il concetto di croce espresso fino ad adesso si vuole formare un calciatore in grado di applicare il gesto tecnico in partita con i giusti tempi e nei giusti spazi, tenendo conto del ritmo della partita e valutando le situazioni di gioco nella loro totalità. Gli esercizi globali infatti sono pensati per mettere il giocatore in possesso di palla al centro di una croce con soluzioni sia laterali che verticali, che lui saprà sfruttare grazie alla percezione e alla visione periferica allenata con costanza negli esercizi sopra descritti. Nelle situazioni a più giocatori si potrà quindi zonare il campo con una croce centrale, dove creare transizioni veloci per stimolare la velocità di pensiero del ragazzo e le sue capacità di eseguire i gesti tecnici in maniera funzionale al gioco.
Per esempio in una partita a tema col campo a croce come descritto sopra si sviluppa un 3V3 con i portieri dove un vertice basso per squadra non può passare la linea orizzontale della croce, e i due esterni non possono passare la linea verticale e quindi incrociarsi. Si svilupperà un esercizio dove i due esterni potranno formare continui 2V1 se sviluppano l’azione velocemente e se i due esterni avversari non sono veloci a tornare. Con la variante successiva abbiamo invece un vertice alto per squadra che non può tornare e si potranno formare 2V1 su un lato oppure un 3V2 centrale.
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