A casa mia c’è una grande confusione, c’è sempre confusione! Io e Francesco che giochiamo, Luna che ascolta e balla la musica pop, Ermione che suona, ma spesso studia o legge. Comunque sì, c’è sempre una grande confusione e bisogna essere veloci a capire cosa fare; tipo la mattina quando ci alziamo per andare a scuola che ci si deve preparare e il bagno è uno solo: se perdi l’attimo e ti sconcentri, di sicuro trovi il water occupato e ne abbiamo uno solo!
È un po’ come a calcio: anche a calcio c’è confusione. Durante le partite non sai mai cosa può capitare, magari pensi di fare un passaggio, ma poi ti accorgi che il compagno a cui la volevi passare è marcato da un avversario; oppure pensi di scartare ma sbagli a controllare la palla e non fai in tempo a scartare e devi fare qualcos’altro; o magari stai pensando di tirare in porta e invece all’improvviso un avversario ti si mette davanti e non puoi più. Sì, insomma, come quando siamo in bagno tutti e quattro: pensi di fare la pipì e invece finisci con il lavarti i denti perché non c’è posto sul water.
Il Mister ce lo dice sempre che, per il fatto che il gioco cambia ogni momento, non ci sono schemi ma dobbiamo capire da soli cosa fare in base alla situazione del momento e non puoi mica prevedere cosa succede, e quindi preparare prima uno schema.
Questo un po’ alla volta l’ho capito. Quello che non capisco è un’altra cosa: il Mister ci dice sempre che dobbiamo correre dove vogliamo e che non ci assegna i ruoli. Poi dice anche che per giocare a calcio non servono i numeri, tipo 1-4-4-2 o 1-3-4-3, cioè il numero dei difensori, dei centrocampisti e degli attaccanti, eppure quando giocano in serie A sento sempre parlare di queste cose, dei ruoli e dei numeri, e io penso che abbiano ragione quelli della seria A, altrimenti non sarebbero in seria A.
Se noi gli diciamo: “Mister giochiamo con il 1-2-2?” -che sarebbe il portiere, due difensori e due attancanti- lui ci dice che queste cose non servono a niente e che dobbiamo andare dove c’è la palla e stare attenti a due cose: prenderla prima degli avversari e recuperarla il più in fretta possibile se la perdiamo.
Io penso che questo modo di giocare sia più bello in effetti, perché corri di più e a me piace giocare a calcio proprio perché si corre molto per prendere il pallone, ma sento tanti miei compagni che dicono che i loro genitori pensano che non sia un buon modo per giocare e che è anche per questo che perdiamo tante partite. Eh, allora forse hanno ragione a dire che invece bisognerebbe dare i ruoli e giocare con modulo! Ah sì, il fatto di giocare con questi numeri si chiama modulo e in effetti a me sembra che tutte le altre squadre lo facciano, il modulo dico.
“A parte che si chiama sistema di gioco e non modulo”, mi ha detto mio papà “comunque, guarda che il calcio è un casino, nel senso che il fatto che non sai mai cosa succede da un momento all’altro, ti mette nella situazione di dover stare attento e adattarti velocemente a quello che succede, proprio perché non lo puoi prevedere”.
“Sì, papà, ma allora proprio per questo se uno sa di preciso che ruolo deve fare e dove deve stare, si riesce a giocare meglio”.
“Sì, da grandi sì, ma in ogni caso quello che conta non è il ruolo in sé o il numero, come lo chiami tu, ma è capire quello che succede e in brevissimo tempo scegliere nel modo migliore possibile cosa fare in quel momento e voi giocando nel modo che vi dice il Mister, imparate a capire cosa fare in campo”
“Ma perdiamo, quindi vuol dire che non stiamo imparando”
“E chi lo dice! Guarda che non si impara solo vincendo, anzi lo sai il detto, vero? -Sbagliando si impara-!”
Sì, sì che lo so, magari staremo anche imparando, ma perdiamo e questo a tanti altri genitori non va proprio giù; lo so perché li sento quando parlano tra loro. I miei genitori invece non si lamentano, anzi per loro va bene lo stesso, come i voti a scuola: tutti diventano matti per i voti mentre ai miei genitori non interessano per niente.
“A noi interessa che impari e che tu sia felice. Se impari e sei felici poi le vittorie e i voti arrivano da soli, nel frattempo se perdi o prendi brutti voti proprio non ci interessa”.
I miei genitori sono proprio strani!