Articolo a cura di Stefano Zerbato e Guglielmo Calzolari
Uno dei temi più caldi per quanto riguarda l’attivazione pre partita è quello del lavoro a secco.
A giudicare da quel che si può vedere nei vari centri sportivi, sembra proprio che non se ne possa fare a meno: fin dalle categorie più piccole, infatti, sono molti gli addetti ai lavori che propongono la classica “corsa in fila”.
Faranno bene?
Scopriamolo!
Obiettivi del “riscaldamento”
Riscaldamento è il termine generico utilizzato per indicare la pratica motoria di ciò che, prima del lavoro fisico vero e proprio (d’allenamento o di gara), è necessario a creare una condizione ottimale all’espressione di performance tanto quanto ridurre il rischio di infortunio.
Il meccanismo che sta alla base di questi due effetti è lo stesso: l’aumento della temperatura corporea, centrale e periferica, al quale si aggiungono anche la lubrificazione articolare, un maggior pompaggio del sangue, l’attivazione dell’apparato respiratorio ecc.
L’attivazione pre partita: generale o specifica?
Quando si parla di attivazione pre partita è importante capire che essa deve prevedere esercizi specifici a quelle che sono le richieste della competizione.
Nel caso del calcio, se si pensa ancora che basti la classica corsetta blanda seguita da scatti di vario tipo, vuol dire avere una visione molto limitata dell’argomento.
Cosa fa un giocatore in campo?
Quali sono le richieste fisiche, cognitive ed emozionali che la competizione gli metterà sul piatto?
Quando si saprà rispondere bene a queste due domande sarà possibile organizzare un’attivazione di qualità.
Come sostituire la corsa a secco
Dal momento che un giocatore in campo è SEMPRE chiamato a prendere decisioni e che le richieste fisiche, cognitive ed emozionali variano in base alle varie situazioni, diviene fondamentale iniziare l’attivazione con una proposta che:
– stimoli il “decision making”;
– stimoli a variare la durata, l’intensità e la frequenza di una scelta (che può riguardare la corsa senza palla, la conduzione, il passaggio ecc);
– mette il giocatore nella condizione di poter vincere o perdere.
Fatte queste considerazioni, si capisce bene come la corsa a secco non sia assolutamente una proposta funzionale nemmeno per un “riscaldamento”.
Che fare quindi?
Nella foto qui sotto è possibile notare due squadre intente a svolgere due tipi opposti di attivazione: la squadra di sinistra corre a coppie eseguendo i classici movimenti degli arti inferiori e superiori, la squadra di destra invece esegue una proposta globale.
Come è evidente, questa proposta riprende i principi spiegati qui sopra:
– decision making (dove, come, quando e a chi passo la palla?);
– variazioni della corsa (cambio quadrato con una corsa, lenta o veloce, in base alla posizione e al comportamento degli avversari)
es: se devo andare a difendere un quadrato vuoto, posso scegliere di andare forte (in caso i difensori non si accorgano di me) o di andare lentamente (in caso abbiano notato il mio avvicinamento);
– vincere o perdere, in relazione a quante volte il giocatore perde il possesso ed è costretto a dover recuperare il pallone
es: si può organizzare una competizione dove, entro un tempo limite, chi diventa difensore più volte esce sconfitto (e dovrà fare una penitenza).
Questo aspetto stimolerà ad una riconquista immediata del pallone (dopo un errore) e aumenterà il carico emozionale tipico della competizione (si fa di tutto per vincere e/o NON perdere/arrivare ultimo).
Stessa proposta, obiettivi diversi
Questo tipo di attivazione può essere rivolta sia alle squadre dell’attività agonistica sia a quelle delle attività di base (a partire dai primi calci e/o meglio ancora dai pulcini), con alcuni accorgimenti.
Qualora si volesse proporla ad una squadra allievi e, magari, anche ad una esordiente, ci si dovrebbe focalizzare su obiettivi diversi.
Più si ha a che fare con ragazzi formati e sviluppati più si darà importanza agli aspetti fisico/condizionali, come ad esempio la corsa (aumento l’intensità per spostarsi da un quadrato all’altro cambiando di ritmo).
Dall’altro canto, più i ragazzi saranno giovani e ancora da formare più daremo importanza agli aspetti di:
– tecnica e tattica individuale, come ad esempio lo stop, il controllo orientato, il passaggio ecc;
– impegno e coinvolgimento, intesi come dare il massimo per raggiugere un obiettivo (es: ho sbagliato? mi precipito per riconquistare il pallone nel minor tempo possibile!).
Articolo a cura di Stefano Zerbato e Guglielmo Calzolari
Commenti 3